Mi aveva chiamato domenica scorsa, la nostra Marilina Fravolini. E questa mattina se n’è andata dopo una malattia insidiosa e infida. Quell’ultima telefonata conteneva tutta la sua voglia di vivere. Voleva fare una cena a casa sua, parlare ancora una volta di mille progetti, un libro con le sue ricette vegane, riprendere la sua rubrica sul nostro giornale.
Ci eravamo conosciute così, in redazione, grazie a Carlo Zucchetti che l’aveva spinta a mettere nero su bianco le sue ricette.
Il rapporto era cresciuto insieme ai suoi articoli. Le lunghe chiacchierate telefoniche intorno al titolo di un suo pezzo o su quale ricetta inserire sono diventate a poco a poco qualcosa di più, un bellissimo scambio e poi un’amicizia. Mi parlava della sua famiglia, di suo marito Felice che con pazienza la supportava in questa nuova avventura, delle sue figlie Alina e Mila che la aiutavano con le foto. Mi raccontava i suoi sogni, il desiderio di crescere e confrontarsi tra i fornelli, di mettere a punto sempre nuovi piatti. Lo faceva con un entusiasmo trascinante e con una simpatia incredibile, senza mai prendersi troppo sul serio, ma con la sua voglia di sperimentarsi nel mondo della cucina vegana, con la curiosità vivace che la spingeva a provare. Nei suoi articoli ha messo un naturale istinto al racconto, la creatività dell’elaborazione e la ricerca sulle materie prime. E subito la sua rubrica è diventata una delle più seguite. Il suo era un punto di vista differente rispetto a noi “onnivori” e ci offriva, con discrezione, un’altra prospettiva da cui guardare alla gastronomia. Le sue ricette, riservate dapprima a pochi, sono diventate qualcosa di più, collaborazioni con diversi punti vendita e catering. I complimenti dei clienti erano uno sprone continuo a trovare nuove idee. Aveva una forza particolare, un misto di grinta e di energia rivolta al futuro che diventavano capacità di non arrendersi.
È così che ha lottato fino all’ultimo, con la sua ironia, il suo sguardo lucido e la sua grande umanità.
Ciao Marilina, qui in redazione lasci un grande vuoto.
Ci mancherai.