Cesani: l’anima femminile della Vernaccia di San Gimignano

Letizia Cesani
Carlo Zucchetti e Letizia Cesani

Febbraio. San Gimignano sembra una fotografia di Ghirri, il cielo lattiginoso diventa un fondale neutro su cui si disegna il contorno delle torri ancora umide di pioggia. È una visione essenziale, sovraesposta, in cui questa luce chiara, assorbe e trasforma l’immagine consueta e familiare del borgo.  Rivela particolari con un’insolita forza straniante.  Mentre ci allontaniamo verso Pancole torna il sereno e in lontananza l’inconfondibile profilo di San Gimignano si staglia all’orizzonte sotto un cielo intenso e pulito, ripristinando un’antica complicità con lo sguardo del visitatore. Le linee scivolate delle colline si succedono e si sovrappongono; allontanano sempre di più la medievale sagoma turrita, senza riuscire a inghiottirla.  Una brezza non troppo leggera anima il  paesaggio, lo rivela come il più adatto alla vernaccia che vuole, come sosteneva Mario Soldati,  “un terreno arido, collinoso o fortemente esposto al vento e al sole con vigne rade così che non si facciano ombra l’una con l’altra”. La giornata è tornata limpida, azzurra e cristallina come gli occhi di Letizia Cesani che ci riceve nel suo agriturismo. IMG_0075La pazienza millenaria di questo territorio si specchia nel suo sguardo accogliente e solare. Guido e Annunziata Cesani, i suoi nonni, si trasferirono qui nel 1949 dalle Marche: “Arrivarono insieme a molti altri nel secondo dopoguerra. In quel periodo Poggibonsi e la Valdelsa hanno conosciuto lo sviluppo di un articolato sistema di piccole industrie, in particolare il settore manifatturiero è cresciuto e in qualche modo ha contribuito a un progressivo abbandono delle campagne. Così i miei nonni poterono comprare abbastanza facilmente un piccolo appezzamento. In seguito mio padre, Vincenzo, ha iniziato un processo di specializzazione indirizzandosi soprattutto verso il vigneto e l’oliveto.  Ha ampliato l’azienda che oggi  si estende su 30 ettari, 22 dei quali vitati, per il resto coltivata a oliveto e zafferano. Inizialmente vendevamo vino sfuso a un grande imbottigliatore della zona, poi  finalmente nel 1980 siamo usciti con la nostra etichetta. I vigneti sono stati quasi tutti reimpiantati e i vitigni sono autoctoni, oltre alla vernaccia di San Gimignano, abbiamo Malvasia, Trebbiano, Sangiovese, Colorino, Ciliegiolo, Canaiolo. L’azienda è biologica certificata anche per il processo di produzione.” Una dolcezza riservata, delicata,  da cui traspare una profonda capacità di cura tutta femminile avvolge ogni discorso di Letizia, in particolare quando parla di questo paesaggio e dei suoi vigneti. Quella della cantina è una scelta maturata dopo la laurea in Economia e Commercio, quando ha iniziato ad affiancare il padre in vigna. “Sono entrata in maniera attiva in azienda nel 2001, ho frequentato alcuni corsi alla facoltà di enologia, ma è stata e continua ad essere importante anche la formazione  che si svolge quotidianamente con l’esperienza diretta. Ho la fortuna di poter seguire mio padre in vigna, lui conosce ogni singola vite, le sue parole e i suoi consigli sono un prezioso compendio di viticoltura e buone pratiche agricole, è una fonte inestimabile di indicazioni e informazioni. E nel confronto si cresce personalmente e come azienda”. Per pochi istanti i suoi occhi svelano una fiducia bambina, quell’infantile, disarmante tenerezza che una figlia riserva al proprio genitore-eroe. Poi il discorso riprende e ci mostra una donna preparata, con le idee chiare.

Carlo Zucchetti davanti al cordone alto

“Mi sono subito appassionata a questo lavoro, ho imparato ad avere un rispetto assoluto del tempo, elemento fondamentale per chi si occupa di vino,  ho riscoperto un’etica produttiva che ci ha portato al biologico e a cercare una sempre maggiore qualità. L’agricoltura ci impone delle scelte che devono essere fatte con coerenza, questo significa non guardare il mondo sempre e solo con la lente del successo e del denaro.” Qui le viti si elevano in un cordone alto che raggiunge anche  1,50-1,60 m.  Letizia anticipa la domanda: “Il cordone alto tipico della zona lo abbiamo mantenuto in alcuni impianti, ma a seconda dell’appezzamento abbiamo anche il guyot. In cantina abbiamo deciso di lavorare nel cemento”.

“Le esportazioni? Quali sono i paesi che bevono i vini Cesani?” chiede Carlo mentre rientriamo in cantina.

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Letizia Cesani, Carlo Zucchetti e la bottiglia con il cappello

“Adesso facciamo 120.000 bottiglie, il 55% va all’estero soprattutto in Europa, ma anche USA, America Latina  e Giappone”.

Rientriamo in agriturismo, dove conosciamo  la sorella di Letizia, Marialuisa, anche lei al lavoro in azienda. La sala degustazione è calda e accogliente come l’ospitalità Cesani. Sul tavolo accanto alle bottiglie, compaiono quasi per magia taglieri e piatti di ottimi salumi. I calici si susseguono e  Carlo si complimenta per la maggiore precisione enologica raggiunta. Disponibile all’ascolto, ma ferma, competente e pronta al confronto, Letizia non tenta mai di sopraffare l’interlocutore, valuta ogni consiglio, ogni suggestione, con una profonda intelligenza che rifiuta l’arroganza. Sarà per questo che è stata riconfermata alla presidenza del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano.

“Sei al terzo mandato, vuol dire che i produttori apprezzano il tuo impegno e a ben ragione. Il Consorzio si sta muovendo bene, ha lavorato sul rilancio della Vernaccia sia in termini di comunicazione che di qualità e produzione. È un consorzio dinamico che, a quanto ho letto, porta avanti molti progetti con lo scopo di avere una panoramica del territorio e mettere insieme i dati necessari a una valutazione della situazione per decidere la direzione da prendere” dice Carlo Zucchetti.

“È vero, abbiamo molti progetti in corso. Ne abbiamo terminato uno che ha visto impegnata con noi l’università di Firenze per circa 10 anni su un vigneto sperimentale.  Si trattava di uno studio sui cloni della vernaccia che ha portato all’individuazione di 11 nuovi e 20 vecchi cloni di cui abbiamo caratteristiche e analisi organolettica. Il passo successivo consisterà nel procedere con le microvinificazioni. Siamo al 2° anno con il progetto sull’isolamento dei lieviti indigeni dalle uve di 7 diversi ceppi. Anche questo è un progetto dell’Università di Firenze e del Ministero delle Politiche Agricole. Sulla zonazione inizieremo a lavorare quest’anno”.

“Quest’anno poi sarà un anno importante, si festeggiano i 50” dice Carlo alludendo al fatto che la vernaccia di San Gimignano è una delle prime 5 D.O.C. italiane ottenute nel 1966,  insieme all’Est!Est!!Est!!! di Montefiascone, al Brunello di Montalcino, a Ischia e Frascati. Lui stesso insieme ad Alessandra Di Tommaso ne ha fatto un progetto di conoscenza e  degustazioni che si svolge ormai da diversi anni all’interno della Fiera del Vino di Montefiascone.

“È  vero è una ricorrenza importante e per il Consorzio sarà non solo un anno dedicato alle celebrazioni, ma un momento di sintesi di questi primi 50 anni di D.O.C. e ci auguriamo il punto di partenza per ulteriori cinquanta anni ricchi di soddisfazione e crescita per l’intera denominazione”.

Degustazione, vendita diretta, agriturismo, azienda biologica

Loc. Pancole, 82/D – 53037 San Gimignano (SI)
Tel. +39 0577955084 / Fax +39 0577955084

info@cesani.it –
www.cesani.it

 

I vini

Vernaccia di San Gimignano D.O.C.G.

Vernaccia di San Gimignano D.O.C.G. Sanicé

Serarosa rosato Toscano I.G.T.

Rebus rosso Toscano I.G.T.

Luenzo rosso Toscano I.G.T.

San Gimignano D.O.C. rosso Cèllori

Chianti dei Colli Senesi D.O.C.G.

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