Amarone continua la querelle. Dura risposta del Consorzio alle “Famiglie Storiche”.

Dopo la proposta delle “Famiglie Storiche” per un “compromesso” dopo la sentenza a loro sfavorevole della Corte d’Appello, “mettendo a disposizione del Consorzio Vini Valpolicella oltre 160 mila euro per la promozione del territorio e la difesa della Denominazione”  arriva, puntuale, la risposta del Consorzio con una nota che riportiamo, per ovvie ragioni, in maniera integrale.

«Il Consorzio Tutela Vini Valpolicella non si è mai sottratto dal valutare tutte le proposte provenienti dalle ‘Famiglie Storiche’. Una valutazione, però, che implica il principio di coerenza e di rispetto delle leggi vigenti in materia di esecuzione delle sentenze. Quindi, il doveroso atteggiamento di apertura e di ascolto non può ribaltare quanto disposto dalla causa civile intrapresa nei confronti delle ‘Famiglie Storiche’ in difesa della denominazione, in quanto il Consorzio ha già dato corso circa 3 mesi fa a quanto disposto dal Tribunale di Venezia.

Ci preme inoltre ricordare come sulla vicenda giuridica il Consorzio abbia agito in prima istanza su richiesta del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. È infatti obbligo dell’ente di tutela procedere in ragione dei princìpi e dei doveri statutari attribuiti dallo stesso ministero, e così è stato fatto. Quanto occorso in seguito, ovvero il ricorso in appello promosso dalle ‘Famiglie Storiche’, il relativo rigetto delle istanze e ora il ricorso in Cassazione attengono all’esclusiva sfera decisionale delle ‘Famiglie Storiche’.

In merito alla comunicazione delle Famiglie Storiche per cui l’Associazione è disponibile in caso di accordo a rinunciare a far valere le due decisioni ottenute in sede europea dall’Ufficio per la proprietà intellettuale (Euipo), il Consorzio precisa che Euipo e’ un organo amministrativo europeo e che il giudice d’appello ha stabilito non corretta la sua decisione.

Nel ribadire il proprio rammarico per una querelle giudiziaria la cui coda non ha certo reso onore a una produzione tra le più apprezzate al mondo, il Consorzio Tutela Vini Valpolicella  ricorda che la sentenza accerta, tra l’altro, atti di concorrenza sleale in entrambi i gradi di giudizio, con condanna a risarcimento del danno da definirsi in separato procedimento. Inoltre si sottolinea la gravità di una condotta che a nostro avviso non può essere risolta con un semplice “lascito” di una somma di denaro (la cui proposta è stata per altro già bocciata dal consiglio di amministrazione dell’ente consortile). Ci si augura infine che le proposte di riconciliazione possano in futuro essere gestite da professionisti e non attraverso una conferenza stampa.

Quando le condizioni lo permetteranno saremo pronti a investire insieme in favore della promozione del territorio.»

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