8 marzo al telefono con la chef Anna Rita Simoncini

Svegliata da una sferzata di sole dritta negli occhi, comprendo già nell’incoscienza che la giornata avrà i colori “gialli” del sole.

I profumi delle giornate fredde, terse, invernali sono attutite dal pungente dell’aria che colpisce le narici, passa e pulisce.

La valle del Lago di Bolsena si apre al mio sguardo e l’albero di mimosa che svetta nel verde azzurro mi ricorda una ricorrenza: oggi è l’8 Marzo.220px-Frauentag_1914_Heraus_mit_dem_Frauenwahlrecht

Giornata dedicata a ricordare conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, per molte l’occasione di porre l’accento sulle discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo.

Come donna e studentessa di filosofia, infinite parentesi si aprono e chiudono nella mia mente, ed è dalle viscere che salgono ed emergono, figure di donne, immagini di donne, pensieri di donne.

Pugni allo stomaco e delicate carezze, lotte e affermazioni del sé femminile.

Mi scopro a tastarmi la pancia, il mio termometro interno.

La tristezza mi provoca languore, la felicità un senso di sazietà ed appagamento.

Un vino un cibo aggiungono “corpo” al mio corpo, soddisfazione alla mia amina e alle mie membra.

Enogastronoma per scelta, per necessità di vita, per la convinzione che dietro alla storia del cibo si cela la storia del mondo: per tradizioni, arte e cultura e semplice biologia.

Allora prendo in mano il telefono e chiamo Anna Rita Simoncini, Chef del Ristorante I Sette Consoli di Orvieto.

Mi risponde proprio Lei, gaia e indaffarata.

“Buon Giorno Anna Rita, che cucini oggi al tuo ristorante da donna, madre, moglie, per l’8 Marzo?”

le donne dei sette consoliAnna Rita non ha esitazioni e mi risponde: “Sto facendo il pane e la pasta”.

Risponde di getto, i fondamenti della tradizione culinaria delle nostre tavole, i cibi della vita.

Dal 1992 Anna Rita sa cosa significa essere imprenditrice, chef, moglie e mamma tutto insieme.

Mamma in quarta liceo nel 1986, studierà per gli esami di maturità tra i vagiti dalla piccola Serena di soli sette mesi. Un pugno di anni dopo nel 1990 nascerà Chiara, e di lì a poco, insieme al marito e compagno di vita Mauro Stopponi, l’avventura da ristoratori di successo in una delle più belle cittadine Umbre: Orvieto.

C’è fermento in cucina ed in sala, in casa tra pappette e pannolini, c’è unione, c’è lavoro e amore, nel 2008 nascerà il piccolo Aristotele che porta, in maniera più evidente degli altri, il segno caratteristico dei capelli rossi.

Dal calore e dai colori dell’accoglienza, sento nella voce di Anna Rita la fatica, lo spirito attivo e tutto mi fa ritornare all’odore di quel pane che impastato e cotto sta tenendo sotto controllo come di solito fa nella sua cucina.

Infatti oggi, 8 Marzo 2014 in cucina non c’è un piatto da dedicare alle donne, una specialità della “festa”. Lei condivide con le donne e gli uomini che oggi mangeranno alla sua tavola il perpetuarsi della tradizione, del simbolo più importante che il genere femminile regala al mondo la cura e il cibo che è vita.

La immagino tra le farine, con le dita impastate e la mente gira l’album delle mie foto ricordo: le domeniche dalla nonna, la madia e le pagnotte nel lino, la spianatoia e la fontana pronta per le fettuccine: “Via bambini non muovete il tavolo che l’uovo via!!!”

In un libro degli anni ’80 “In a different Voice” Carol Gillian chiede di accostarsi alle persone con un atteggiamento di partecipazione invece che distacco, di sintonia di compassione, ci dice che il prendersi cura, il curare ha bisogno di una voce differente che sottolinei la singolarità della persona del suo vissuto. Questa voce lungo i secoli è stata parlata, vorrei dire attuata dalle donne. Chiunque può accostarsi all’altro offrendo ciò che di più concreto lo accresce e lo nutre. Ogni atto può produrre cultura che accresce.

Oggi con la Chef Anna Rita ci ricordiamo tutti che il pane, un piatto di pasta  non sono solo materia culinaria, o cibo per necessità biologiche, ma atti di sorellanza e fratellanza, generosità quotidiana, di laica compassione dal greco sym patheia: “simpatia” provare emozioni con, insieme a.

 

Ristorante I Sette Consoli

Piazza Sant’Angelo 1A
05018 – Orvieto – Terni
Tel. 0763 343911
info@isetteconsoli.it 

www.isetteconsoli.it/

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