“Nessun tentativo di dare patente di italianità a blend di oli extravergine che non contengano oli di vera origine italiana“. David Granieri, presidente di Unaprol, torna sul tema delle miscele di oli e afferma che “nel mercato c’è chi ha fatto soldi dicendo, e non certificando, che nelle miscele c’è anche parte di prodotto italiano. E il più delle volte è stata esaltata una percentuale di italianità dello ‘zero virgola‘”.
“Siamo l’unico paese che può giocare a carte scoperte in Europa e nel mondo per i dati della produzione; se questa procedura venisse monitorata perché parliamo di olio tacciabile, garantiremo al consumatore che quella determinata miscela contenga effettivamente parte di vero olio italiano. Solo negli Usa ogni anno l’80% di 120 mila tonnellate di olio importati dall’Italia appartengono alla categoria dei blend“, ricorda Granieri.
“Se riuscissimo attraverso un accordo di filiera – conclude – a far aumentare la quota di olio italiano nei blend, sarebbe un modo per nobilitare la presenza del Made in Italy nel mondo e sui mercati con alto potere di acquisto; remunerare le nostre imprese, ma soprattutto limiteremmo contraffazioni dell’origine di prodotto“.