1,2,3,4!  – 1 sogno, 2 di famiglia, 3 cantine, 4 associazioni

La storia enologica di Claudio Quarta inizia nel 2005 quando, da ricercatore e imprenditore farmaceutico, si reinventa vignaiolo. Un ritorno alle origini e alla sua storica passione per il vino.

Claudio Quarta è la terra rossa del Salento che ammalia e, con fare da evangelist americano,  racconta la sua visione di impresa enologica, l’amore per la terra, per l’arte, per il bello utile alla salvezza dell’uomo e per la ricerca scientifica.
Le sue 3 cantine seguono la produzione di uve secondo la vocazione storica del territorio dove sorgono.

 

 

CantineEméra, dalla dea greca del giorno, è la grande tenuta di 80 ettari tra la DOP di Manduria e Lizzano, che per prima vede sorgere il sole dalla sua posizione ad est, nel Salento del mar Ionio. La cantina, arricchita dal restauro del Casino Nitti appartenuto all’omonimo presidente del Regno d’Italia, è un moderno ipogeo su 3 livelli disegnato secondo i criteri della sostenibilità ambientale.

Nell’area sono state messe a dimora varietà autoctone quali Primitivo, Negramaro e Fiano accanto ai vitigni internazionali di Syrah, Merlot, Cabernet Sauvignon e Chardonnay. Eméra cela il “vigneto della biodiversità”, un progetto di studio e conservazione avviato con la facoltà di agraria dell’università di Milano su circa 500 varietà di vitigni meno noti.

Cantina Sanpaolo, invece, si trova a 700 m tra le province di Avellino e Benevento su suoli variegati dall’argilloso al calcareo fino al sabbioso con tracce di ceneri vulcaniche del Somma Vesuvio. Gran parte dei 22 ettari di vigne sono in affitto o in gestione congiunta essendo già storicamente coltivati dai residenti a Greco, Fiano ed Aglianico. Nel rispetto del genius loci la cantina si sviluppa su 3 livelli seguendo la morfologia collinare e l’uso del fotovoltaico, oltre un buon isolamento termico, la rendono autonoma sul piano energetico.

Da ultima, il brillante della corona Quarta. La piccola Moros, nel borgo agricolo di Guagnano, produce un solo omonimo vino da uve Negroamaro e Malvasia Nera. Moros è il recupero di un antico vigneto i cui frutti vengono trasformati nell’ex-cantina sociale degli anni ’50, oggi esempio di recupero post-industriale che alterna botti di legno a dipinti d’arte e reperti della Magna Grecia. Il vanto di questa piccola galleria è il murale “Germinazioni 3” di Ercole Pignatelli.

Dopo una carriera passata a fare ricerca, Claudio Quarta non poteva abbandonare l’approccio scientifico e da produttore di vino orienta i suoi sforzi verso la sostenibilità, anzi ne estende il concetto vedendo nel processo di generazione di conoscenza e innovazione l’unica via per lasciare migliori opportunità ai giovani; con il suo neologismo “incrementabilità” vuole esprimere  l’unione di sostenibilità e conoscenza.

E la degna erede di un uomo tanto ambizioso e lungimirante è sua figlia Alessandra.

Giovanissima, sorridente e trascinante, è un vento di freschezza. Dopo la laurea alla Bocconi, compie il suo grand tour per il mondo – in senso antropologico – per riscoprirsi sempre più affascinata dal sud del pianeta, dal sud d’Italia, dal suo Sud. Torna così all’amato Salento e affianca il padre nella produzione vinicola ma anche lei insegue un suo sogno ed ha una personalità che reclama spazio. Persegue il desiderio di aiutare l’umanità e vuole farlo con un vino alla portata di tutte le tasche che sia anche piacevole da bere.

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Nasce così Qu.Ale, una bottiglia di rosso salento IGP che lei stessa descrive come “un vino che non è snob, non si dà arie, non partecipa ai concorsi. Un vino giovane, da festa, alla portata di tutti. E anche il packaging, realizzato con materiale riciclato, ci aiuta a rendere il vino più sostenibile per l’ambiente.”

Il vino assume la definizione di “democratico”, non solo per il rapporto qualità-prezzo ma anche perché ogni cliente deciderà a quale associazione no profit devolvere il 5% di ogni bottiglia venduta.

Alessandra si emoziona nel proclamare una virtuale repubblica del vino “democratico” e ne enuncia un vero e proprio manifesto con cui etichetta ogni bottiglia.20160616_193148

 

 

Video: https://youtu.be/sJSIn63RN2k

Lo scorso 16 giugno, sulla terrazza del Lanificio 159 a Roma, Alessandra e Claudio presentano le loro cantine, le loro passioni e soprattutto, soddisfatti, condividono calici di Qu.Ale per festeggiare la riuscita della finalità sociale. Circa 11.000 € sono stati consegnati ai rappresentanti delle quattro associazioni coinvolte:  Amka Onlus, Charity Water, Made In Carcere, Salina Dei Monaci.

Una cifra record considerando la fascia di prezzo (è venduto sul sito qualevino.it a 6.50), il breve periodo di vita, dal giugno 2014 al giugno 2016, e nessun investimento in promozione, solo l’inaspettato passaparola. Il progetto ora si aprirà ad altre realtà e le organizzazioni no profit e le associazioni di volontariato interessate hanno tempo fino al 15 settembre per inviare la propria candidatura scrivendo a alessandra@qualevino.it.

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Nel dettaglio, Made in Carcere, progetto pugliese di Officina Creativa, cooperativa sociale leccese senza scopo di lucro, produce borse e accessori riutilizzando tessuti di scarto cuciti dalle donne detenute, ha ricevuto un assegno di 1061 euro.

Salina dei Monaci è un’area della provincia di Taranto che dopo un passato glorioso per l’economia salentina seguito da decenni di abbandono e degrado è stata restituita alla sua bellezza paesaggistica e naturalistica. Oggi, nei S.I.C. della “Rete Natura 2000” e Riserva Regionale Orientata, ospita fenicotteri rosa e altre specie rare come cavalieri d’Italia, aironi cenerini, gru e folaghe. È gestita dal Comune di Manduria e al sindaco Leonardo Massafra è stato consegnato un assegno simbolico di 2472 euro, utili a dotare l’area di beni a servizio di turisti e visitatori.

La terza associazione è Charity Water, organizzazione non governativa che ha come obiettivo quello di portare acqua potabile alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, a cui gli acquirenti del Qu.Ale hanno destinato 1553 euro.

Infine, AMKA ONLUS, organizzazione no profit con sede a Roma opera nella Repubblica Democratica del Congo e in Guatemala per la sanità di base dei bambini, l’accesso all’acqua potabile, la lotta all’HIV e alla malnutrizione. Il presidente Fabrizio Frinolli ha ritirato un contributo di 5851 euro.

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Sito Web aziendale: www.claudioquarta.it

Manifesto e info Qu.Ale su www.qualevino.it.

Contatti:

Alessandra Quarta

alessandra@qualevino.it

+39 340 8389897

Rosaria Bianco

stampa@claudioquarta.it

+39 3286278924

 

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